Come combattere l’umidità in casa e proteggere le superfici
La gestione dell’umidità in casa è una sfida complessa: molto spesso i “difetti” derivano da errori in fase di progettazione o dalla scarsa tenuta dei materiali, che può dare luogo a pericolose infiltrazioni. Perciò tentare di risolvere il problema senza intervenire sulla causa non può funzionare.
Perdite, ponti termici, materiali sbagliati e scarsa ventilazione possono rapidamente compromettere non soltanto l’estetica, ma anche la funzionalità e l’integrità strutturale di mobili, pareti e pavimenti. E anche se legno, pietra e cemento non sono ancora rovinati, sappiamo che un eccessivo tasso di umidità in casa favorisce la crescita di muffe e batteri che possono causare reazioni allergiche e malattie respiratorie.
Per assicurarsi di vivere un ambiente salubre e capace di resistere alla prova del tempo, quindi, è fondamentale affrontare il problema prima ancora che diventi tale. Ed è qui che subentra il concetto di prevenzione.
Umidità in casa: un problema da non sottovalutare
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa il 50% degli edifici abitati è caratterizzato da un tasso di umidità eccessivo, il che rende la muffa il principale problema epidemiologico derivante dalla vita in ambienti chiusi. La formazione di muffe e batteri sulle pareti delle nostre case, infatti, rilascia composti organici volatili che possono causare reazioni allergiche e altri disturbi respiratori, e che possono reagire con le altre microparticelle presenti nell’aria, come quelle emesse da mobili e prodotti spray.
Il grado di umidità all’interno degli spazi chiusi dipende dal tipo di edificio, da dove si trova e dai materiali con i quali è stato costruito, ma anche dal clima, dalla ventilazione e dalla manutenzione degli spazi. Il tasso d’umidità in casa, comunque, dovrebbe aggirarsi tra il 40% e il 60%, cosa che può essere facilmente verificata con un igrometro. E si tratta di una cosa piuttosto seria: basti pensare che l’umidità può essere considerata un grave difetto dell’edificio, e che i progettisti possono essere ritenuti responsabili ai sensi del codice civile.
Gli effetti dell’umidità, in effetti, possono essere impattanti e difficili da contrastare. Quando c’è troppa acqua all’interno dei muri possono verificarsi efflorescenze e proliferazioni di muffe e alghe. L’intonaco può rigonfiarsi e distaccarsi dalle pareti, i materiali metallici possono essere corrosi e l’isolamento termico dell’edificio deteriorarsi seriamente. La cristallizzazione dei sali all’interno delle murature, inoltre, può arrivare a causare pericolosi danni strutturali.
Le principali cause dell’umidità in casa
L’umidità in eccesso può avere diverse cause:
- Umidità di costruzione: riguarda le nuove costruzioni e gli edifici ristrutturati. Tutte le nuove superfici, inclusi gli intonaci su cemento e le murature in pietra, devono avere la possibilità di asciugarsi in maniera adeguata tramite l’esposizione al sole e la ventilazione;
- Infiltrazioni: questo tipo di umidità è la diretta conseguenza della porosità dei materiali, che assorbono l’acqua e la lasciano diffondere verso gli ambienti interni. È molto comune sulle pareti esterne in pietra e cemento e in prossimità degli infissi;
- Condensa: si forma quando il vapore acqueo presente nell’aria calda entra in contatto con una superficie più fredda e, dopo aver superato il suo punto di rugiada, diventa acqua liquida. Può formarsi sulle superfici ma anche all’interno di pareti e rivestimenti (condensa interstiziale);
- Ponti termici: sono punti in cui la resistenza al passaggio del calore è molto inferiore rispetto alle zone circostanti, spesso a causa di discontinuità strutturali o nei materiali, cosa che induce una maggiore dispersione termica e quindi la formazione di condensa e muffe;
- Perdite e allagamenti;
- Umidità da risalita: è la risalita dell’acqua dal terreno attraverso i muri degli edifici. Materiali edili porosi come calcestruzzo, laterizio e pietra sono particolarmente soggetti a questo tipo di umidità;
- Umidità da terrapieno: si verifica per contatto tra la parete e le acque disperse nel terreno, ed è tipica dei locali interrati.
Come si capisce bene da questa variegata lista, individuare la causa scatenante è un primo passo cruciale per difendere le superfici dall’umidità e intervenire in maniera efficace sul problema.
Strategie di prevenzione: come combattere l’umidità
Contrastare l’umidità in casa, dicevamo, è un problema complesso. Se la fonte è un difetto di progettazione, per esempio, non basterà usare un deumidificatore, ma bisognerà trovare il modo di correggere l’errore da cui origina il problema. In ogni caso, esistono delle regole generali di prevenzione considerate unanimemente efficaci:
- Ventilazione: una corretta e continua ventilazione è fondamentale per mantenere l’umidità al di sotto del 60%, soprattutto dopo aver cucinato o fatto la doccia;
- Temperatura: mantenere la temperatura interna tra i 19-22 gradi in inverno e tra i 24-26 gradi in estate (garantendo un continuo ricambio d’aria) contribuisce a un ambiente salubre e privo di umidità;
- Materiali: per scongiurare problemi e garantire la corretta evaporazione dell’umidità, è bene evitare rivestimenti non permeabili al vapore come smalti, tappezzerie o piastrelle. Andrebbero invece preferiti materiali igroscopici come argilla, terra cruda, legno e silicato di calcio che assorbono e rilasciano vapore acqueo contribuendo a mitigare l’umidità;
- Manutenzione: il controllo annuale del tetto, degli infissi e degli altri elementi soggetti a usura sono essenziali tanto quanto l’intervento tempestivo in caso di perdite e allagamenti.
Come si intuisce facilmente, però, una strategia di prevenzione realmente efficace dipende essenzialmente dal tipo di umidità che vogliamo combattere, dalla sua fonte e dai materiali.
Legno, pietra e cemento: come proteggere le superfici dall’umidità
Una progettazione meticolosa, è chiaro, risolve da sola metà dei problemi. Ma in alcuni casi è possibile proteggere le superfici dall’umidità anche senza intervenire in maniera strutturale. Le infiltrazioni, per esempio, possono essere prevenute usando un intonaco di qualità con proprietà traspiranti e idrorepellenti e assicurandosi di sigillare bene i giunti, specie nelle murature a faccia vista.
Quando abbiamo a che fare con infiltrazioni e condensa su materiali porosi come legno, pietra e cemento, bisogna innanzitutto intervenire sulla loro capacità di assorbire liquidi con un trattamento impermeabilizzante, che impedisce all’umidità di penetrare in profondità e disperdersi ulteriormente. Ostacolando il percorso dell’acqua nei capillari e costringendola a evaporare prima di raggiungere la superficie, questo tipo di trattamento impedisce anche la migrazione dei sali igroscopici, evitando la formazione di efflorescenze su muri e pavimenti.
Un buon impermeabilizzante permette di intervenire con efficacia anche sugli effetti già visibili dell’umidità, anche se questi dovessero manifestarsi sulle pareti interne e su pavimenti delicati come quelli in pietra e cotto: in quel caso è importante scegliere un prodotto che non emetta sostanze nocive e che possa essere utilizzato anche in presenza di umidità superficiale.