La pietra naturale è un materiale utilizzato da millenni per costruzioni e rivestimenti. Apprezzata soprattutto per la sua resistenza, la pietra fa ancora oggi bella mostra di sé all’interno di edifici e abitazioni dagli stili più diversi, come si addice a un materiale pregiato e senza tempo.
L’espressione “pietra naturale”, però, può riferirsi a materiali molto differenti: marmo, arenaria, ardesia e quarzite sono tutte pietre naturali, ma hanno caratteristiche decisamente diverse. Una corretta manutenzione della pietra naturale non può che partire da questo presupposto fondamentale.
Manutenzione della pietra naturale: un presupposto fondamentale
Quando si parla di pietra naturale è bene avere in chiara in mente una nozione fondamentale, spesso usata dai gemmologi: non esistono due pietre identiche su tutto il pianeta. Marmi, graniti e rocce naturali come l’arenaria, l’ardesia o la quarzite sono materiali molto diversi, pur ricadendo nella medesima definizione di “pietra naturale”.
Per sapere come pulire e proteggere la pietra naturale bisogna prima individuare il materiale con cui abbiamo a che fare e comprenderne le caratteristiche. Iniziamo quindi dalla classificazione commerciale delle pietre naturali, che in Italia sono suddivise in 4 grandi gruppi:
- Marmi: sono rocce cristalline molto tenere (si graffiano con facilità), compatte e lucidabili. Non solo i marmi, ma anche dolomie, serpentino e in generale le rocce calcaree;
- Graniti: rocce dure, compatte e in cui i cristalli sono facilmente visibili a occhio nudo. Rientrano in questa categoria la sienite, il basalto, i porfidi e lo gneiss;
- Travertino: pietra tenera e compatta come il marmo, ma caratterizzata da una struttura visibilmente e porosa. È lucidabile solo in alcuni casi;
- Pietre: questa macrocategoria include tutte le rocce non lucidabili, indipendentemente dalle loro caratteristiche. Vi rientrano pietre tenere e poco compatte come i tufi ma anche rocce dure come le quarziti.
Le rocce possono essere molto diverse anche per composizione: l’ardesia, per esempio, è ricca di minerali argillosi, mentre marmo e travertino sono composti perlopiù da carbonato di calcio, e perciò sono molto più sensibili agli acidi. Prima di fare qualunque intervento su un piano o un pavimento in pietra, quindi, è bene capire che tipo di roccia abbiamo davanti.
Trattamento delle superfici pregiate: consigli per la cura della pietra naturale
Per trattare la pietra nel migliore dei modi, bisogna conoscere le sue caratteristiche. E quindi sapere che le rocce dure sono generalmente resistenti ai graffi e alle sostanze alcaline come soda caustica, ammoniaca e calce viva, mentre le rocce tenere come il marmo possono essere facilmente graffiate da oggetti o spugne abrasive.
Un piano in granito, per esempio, sarà molto resistente agli urti e agli agenti atmosferici, mentre un pavimento in arenaria può essere estremamente sensibile alle sostanze chimiche e agli sbalzi di temperatura e le pietre più porose, come marmo e travertino, temono fortemente macchie e umidità.
Ci sono comunque delle regole di base che possono essere applicate a tutte le pietre naturali senza timore di sbagliare:
- Usare solo ed esclusivamente detergenti neutri delicati;
- Non eccedere con le quantità di detersivo, soprattutto su pietre lucide o levigate;
- Evitare spugne e panni abrasivi;
- Non usare mai l’anticalcare sulla pietra;
- Intervenire tempestivamente sulle macchie;
- Fare delle prove prima di applicare qualunque prodotto;
- Pulire e asciugare quotidianamente le superfici più esposte a umidità e sostanze chimiche o acide;
- Proteggere la pietra con un trattamento idrorepellente (da ripetere circa una volta all’anno).
Come sempre, pulizia quotidiana e manutenzione periodica si sostengono a vicenda: una manutenzione annuale coi fiocchi su un piano di lavoro costantemente appesantito da polvere e sporco (soprattutto se poroso) non può assicurarci una buona resa del materiale, e non può farlo neanche pulire tutti i giorni un pavimento esterno lasciato senza alcuna protezione dalle intemperie.
Come proteggere la pietra naturale: i trattamenti impregnanti
A prescindere dal tipo di pietra che abbiamo davanti, la protezione idrorepellente è un passaggio praticamente obbligato per chiunque voglia avere superfici in pietra in ordine e facili da pulire.
Esistono diverse formulazioni che possono rivelarsi particolarmente efficaci per la manutenzione della pietra naturale:
- Protettivi per esterni, che proteggono anche dai cicli di gelo e disgelo e limitano la formazione di muschi e licheni su pavimentazioni e facciate in pietra;
- Impermeabilizzanti per terrazzi e balconi, specificatamente pensati per proteggere le superfici dagli agenti atmosferici e dalle infiltrazioni d’acqua, perfetti anche per zone delicate come cucina e box doccia;
- Protettivi ad alta resistenza per aree esterne molto trafficate, come il bordo piscina o i rivestimenti in pietra esposti al pubblico, con proprietà antiscivolo e antiscritta;
- Impregnanti resistenti agli UV e ai ripetuti lavaggi, ideali per ambienti esterni e per le superfici più vissute;
- Protettivi antimacchia efficaci contro umidità, oli e agenti chimici, utili soprattutto nel caso di rocce porose installate all’esterno, in bagno o in cucina.
Un aspetto da non sottovalutare quando si sceglie il trattamento idrorepellente per la pietra è la modalità d’utilizzo: alcuni prodotti vanno passati una volta l’anno oppure a intervalli più prolungati, ogni 3-5 anni, mentre altri prevedono una singola applicazione, che va integrata a cadenza regolare con un altro trattamento, generalmente a base di cera.
La cera nella manutenzione della pietra naturale
Quando per la protezione delle pietre naturali si sceglie un impregnante puro, come quelli a base di polimeri dispersi in soluzione acquosa, bisogna prevedere un secondo trattamento, che ha una triplice funzione:
- Proteggere l’azione dell’idrorepellente, schermandolo da eventuali agenti di degrado come i raggi UV;
- Rendere la pulizia più semplice ed efficace;
- Conferire l’aspetto finale alle superfici.
Questo tipo di trattamento si basa sull’azione di diverse sostanze, che vanno dalle cere naturali pregiate ai composti fluorosilanici, che conferiscono proprietà idrorepellenti e oleorepellenti. In ogni caso, lo scopo principale di queste formulazioni è andare a tamponare le naturali porosità della pietra, rendendo la superficie più liscia e meno incline ad accogliere polvere, sporco e (soprattutto) liquidi.
Visto che parliamo di finitura, è abbastanza chiaro che la scelta del prodotto dipende anche dall’effetto finale che si vuole ottenere: esistono cere che non modificano minimamente l’aspetto naturale della pietra, perfette per pietre come l’ardesia o il travertino, e altre che permettono di ottenere un effetto satinato oppure un lucido speculare simile alla lucidatura a piombo, ideale per i rivestimenti in marmo lucido.