La chimica è ovunque: quando cuciniamo, ci laviamo le mani o semplicemente respiriamo diamo vita a delle reazioni chimiche che, in ultimo, governano la nostra intera esistenza. Quando si pensa alla chimica, però, il più delle volte si fa riferimento ai materiali sintetici come la plastica e a quei prodotti che utilizziamo quotidianamente proprio perché hanno determinate caratteristiche chimiche, come avviene per vernici, cosmetici e detergenti per la pulizia della casa.
Si tratta di prodotti la cui azione dipende essenzialmente dagli ingredienti che li compongono e da come vengono assemblati, di formulazioni che possono cambiare radicalmente, per esempio a seguito della sostituzione o dell’aggiunta di un ingrediente, e affinarsi col tempo. Nel campo dei detersivi, in particolare, questo tipo di innovazione è guidato dai principi della chimica sostenibile e sta portando alla nascita di prodotti ecologici privi di sostanze pericolose e più rispettosi dell’ambiente.
Qual è il ruolo della chimica nella vita quotidiana?
Gallio nei LED, cobalto nelle calamite, molibdeno negli attrezzi da giardinaggio, indio negli schermi LCD: come splendidamente illustrato dalla celebre tavola periodica di Keith Enevoldsen, la chimica è parte integrante della nostra vita. Ciò è ancora più vero se pensiamo che oggi non possiamo fare a meno di plastica, cibi a lunga conservazione, fibre sintetiche, carburanti, cosmetici, vernici e detergenti per la casa.
Oggetti d’uso quotidiano come lampadine, indumenti, dispositivi elettronici, inchiostri e saponi non esisterebbero senza la chimica. Molti prodotti, dai cibi confezionati alle vernici, fanno affidamento sulla chimica per la loro conservazione nel tempo. Altri, come le bevande e i cosmetici, sfruttano la chimica per avere un certo aspetto e una certa consistenza.
Ma non si tratta soltanto delle sostanze chimiche che ci circondano. La chimica agisce come una trama invisibile che guida tutti i cambiamenti cui assistiamo quotidianamente, dallo sbiancamento del bucato alla messa in piega. Quando utilizziamo un detersivo, mettiamo in moto l’automobile o aggiungiamo un ingrediente a una ricetta non facciamo altro che innescare delle reazioni chimiche.
Molte di queste reazioni chimiche non dipendono direttamente da noi, ma ce ne sono alcune che possiamo in un certo senso orientare: scegliendo un prodotto senza profumazioni chimiche, per esempio, possiamo evitare la formazione di nanoparticelle pericolose per la salute nell’aria, utilizzando saponi e detergenti con tensioattivi di origine vegetale possiamo accelerare la degradazione del prodotto in acqua, evitando gli sbiancanti ottici impediamo che alcune molecole si depositino sulla superficie dei nostri indumenti.
Chimica e prodotti ecologici: i detergenti
I detergenti sono tra i prodotti chimici di uso quotidiano che destano le maggiori preoccupazioni, quando si tratta di salvaguardare la salute umana e l’ambiente. Innanzitutto perché finiscono in mare, e quindi hanno un impatto diretto sulla salute degli ecosistemi del pianeta. I detersivi, inoltre, vengono utilizzati da persone non esperte, i consumatori, che ogni giorno entrano in contatto con una discreta quantità di polveri e liquidi igienizzanti. Si stima che consumiamo in media 23 grammi di detergenti al giorno.
Veniamo in contatto diretto con questi prodotti non soltanto quando li tocchiamo, ma anche per inalazione e per ingestione: tolti gli sfortunati casi di ingestione accidentale, piccole quantità di detersivo possono comunque restare sulle stoviglie dopo il lavaggio. Perciò si è riposta sempre maggiore attenzione alla formulazione dei prodotti per la casa, sviluppando soluzioni più sicure per la salute e più rispettose dell’ambiente.
All’inizio dello scorso decennio, il settore ha addirittura anticipato le richieste della direttiva REACH sulle sostanze chimiche: in linea con la crescente attenzione dei consumatori a questi temi, infatti, le aziende hanno iniziato a migliorare l’ecocompabilità e la sostenibilità dei propri prodotti già venti anni fa. Oggi, la stessa esigenza che ha portato alla nascita dei primi detergenti ecologici continua a guidare lo sviluppo di formulazioni sempre più specifiche, concentrate e a base di materie prime naturali, sicure per la salute e per l’ambiente.
La chimica sostenibile guida l’innovazione nei detergenti
In un’operazione semplice come il lavaggio, un detersivo deve compiere molte operazioni. Deve innanzitutto bagnare le molecole che formano macchie e sporco, abbassando la loro tensione superficiale, e attirarle; dopodiché deve mantenerle in sospensione in modo che non tornino a depositarsi sulle superfici o sui tessuti, trasformarle in molecole più piccole e trascinarle via. Allo stesso tempo, però, deve anche addolcire l’acqua e dare agli oggetti determinate proprietà, per esempio un aspetto lucido e un buon odore. Una buona formulazione, inoltre, deve favorire l’omogeneità del prodotto e la sua conservazione.
L’innovazione nel mondo dei detergenti è guidata dai principi di efficienza e sostenibilità: insieme a prodotti realizzati con materie prime vegetali che sfruttano l’azione di sostanze naturali come oli e cere, si trovano detergenti concentrati che permettono di abbattere la propria impronta di carbonio e formulazioni avanzate che permettono di prolungare i tempi di intervento, risparmiando tempo e risorse.
I detergenti possono ottenere diverse certificazioni di sostenibilità: tra le più note c’è il marchio Ecolabel UE, che garantisce che i prodotti siano privi di sostanze pericolose per la salute e che abbiano un ridotto impatto ambientale durante l’intero ciclo di vita (dalla produzione allo smaltimento).
Esistono anche certificazioni specifiche per i detergenti, come il marchio “Eco Detergenza” di Biocertitalia e la certificazione Ecocert, che assicura processi di produzione rispettosi dell’ambiente, l’uso di ingredienti naturali e la gestione responsabile delle risorse naturali. Vi sono poi certificazioni che possono riguardare le singole materie prime, come per esempio il marchio RSPO, che garantisce che l’olio di palma presente nei prodotti provenga da coltivazioni gestite secondo criteri di sostenibilità ambientale e sociale.