Impermeabilizzare: perché proteggere gli oggetti esposti alle intemperie

Impermeabilizzazione: come funziona e perché è importante

Impermeabilizzare: perché proteggere gli oggetti esposti alle intemperie

Impermeabilizzare gli oggetti esposti alla pioggia e alle intemperie è una buona abitudine che permette di godere di tessuti, arredi e materiali protetti dall’azione dell’umidità e quindi più duraturi. Oltre agli indumenti tecnici vengono abitualmente impermeabilizzati utensili, tende da campeggio, cuscini, divani, tendalini da barca, pavimenti e rivestimenti (quasi) di ogni genere.

Questo perché l’impermeabilizzazione protegge dalle infiltrazioni d’acqua, che a lungo andare possono causare infestazioni, muffe e addirittura cedimenti strutturali – come può avvenire nelle strutture in calcestruzzo.

Proteggere tessuti e superfici dall’acqua: l’impermeabilizzazione

L’impermeabilizzazione di tessuti e rivestimenti è una pratica molto diffusa soprattutto in ambito nautico, per gli arredi da esterni e per i tessuti tecnici, come le capote delle automobili e gli indumenti idrorepellenti per il trekking e per il lavoro.

Un aspetto non trascurabile, in materia di idrorepellenza, è la capacità di mantenere la naturale traspirabilità del materiale. Se la superficie è idrorepellente ma non permette il passaggio del vapore acqueo si rischia infatti la formazione di condensa, che può portare a rigonfiamenti e muffe in materiali come il legno oppure a un bagno di sudore all’interno di una giacca in tessuto tecnico.

Impermeabilizzazione e tensione superficiale: come funziona?

L’impermeabilizzazione si basa sulla tensione superficiale dei fluidi, la forza che mantiene coese le particelle della superficie esterna dei liquidi, e sull’energia superficiale dei materiali solidi. La prima si può comprendere bene pensando alla capacità di alcuni insetti di camminare sulla superficie dell’acqua senza affondare: le molecole d’acqua, naturalmente attratte verso quelle sottostanti, creano una sorta di membrana che permette agli oggetti particolarmente leggeri di potersi muovere sulla sua superficie.

L’energia superficiale di un solido, invece, misura il grado a cui un solido permette a una sostanza liquida di aderire alla sua superficie: i metalli e il vetro, per esempio, hanno un’alta energia superficiale e permettono ai liquidi di bagnarle con facilità, mentre i materiali antiaderenti sono caratterizzati dalla proprietà opposta.

Nel mezzo, ci sono materiali naturali come il legno, la pietra e il cemento, che “accettano” l’interazione con altri materiali (in questo caso liquidi) e sono considerati mediamente bagnabili.

In sostanza, quando si rende impermeabile un oggetto si sta abbassando la sua bagnabilità, rendendolo idrofobico. È il procedimento esattamente opposto a quello su cui si basano i detersivi per bucato che contengono tensioattivi, chiamati non a caso “agenti bagnanti”.

Perché impermeabilizzare tessuti e oggetti esposti alle intemperie?

Lo scopo principale dell’impermeabilizzazione è quello di rendere le superfici idrorepellenti in modo che acqua e olio ci scivolino sopra senza intrattenersi nelle naturali porosità dei materiali e insinuarsi in profondità, cosa che può causare macchie ma anche la formazione di muffe e infestazioni.

Nell’abbigliamento con membrane, come per esempio nei capi in Gore-Tex, l’impermeabilizzazione serve anche a garantire la traspirabilità del materiale, e in alcuni casi a migliorare le proprietà ignifughe degli indumenti.

Nel caso di oggetti pensati per l’aria aperta, come tende da sole e da campeggio, l’impermeabilizzazione consente anche di proteggere i materiali dallo scolorimento, effetto dei raggi UV, e dagli effetti delle pulizie frequenti (una caratteristica utile soprattutto in rivestimenti e pavimentazioni).

Per trattare i tessuti, compresi i cuscini di barche e divani per esterno e le tende da campeggio, si usano generalmente prodotti spray, mentre per l’impermeabilizzazione di grandi superfici, come pavimenti e rivestimenti, la scelta ricade più spesso su prodotti in forma liquidameno pericolosi per la salute e in termini di emissioni.

I trattamenti per impermeabilizzare: come scegliere

Il trattamento impermeabilizzante si basa sulla formazione di una sorta di pellicola idrorepellente sulla superficie dei materiali, che può essere creata tramite l’applicazione di olii impregnanti o resine, generalmente in forma liquida o spray.

Alcuni prodotti, come quelli per la protezione del legno, sfruttano l’azione di oli e cere naturali, altri alzano la tensione superficiale grazie alle proprietà chimiche dei silani (senza emissioni nocive durante l’applicazione né dopo).

I risultati sono molto diversi, e c’è un motivo: se l’idea è quella di proteggere il decking esterno in legno o il pavimento in cotto, l’effetto pellicola è l’ultima cosa che vogliamo ottenere. Quando si tratta di impermeabilizzare delle grandi superfici in materiali naturali, la scelta ricade quasi sempre su oli ed emulsioni impermeabilizzanti che non creano sgradevoli filmazioni superficiali.

Altri aspetti da considerare, prima di scegliere il trattamento più adatto, sono la capacità di mantenere la traspirabilità del materiale (fondamentale nel caso di cuscini e imbottiture) e la resistenza all’azione dei raggi UV, responsabile tra le altre cose di terribili scolorimenti e danni ai tessuti da esterni.

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